lunedì 21 febbraio 2011

Presentazione del Corso per "Esperto in Gestione Ambientale Integrata e Sviluppo del Territorio"

Il progetto “Esperto in gestione ambientale integrata e sviluppo sostenibile del territorio” propone un percorso di formazione integrato, in tema di difesa del suolo e mobilità sostenibile, dedicato alla filiera agro alimentare. Il progetto ha l’obiettivo di sensibilizzare gli imprenditori agricoli, i dipendenti pubblici e i liberi professionisti sulle più moderne metodologie di gestione dei terreni e sugli strumenti per pianificare i traffici aziendali all’interno delle aree rurali. L’obiettivo specifico del corso è pertanto quello di fornire un’analisi dei bisogni e delle attese degli operatori, illustrando le soluzioni più innovative già sperimentate in altre aree geografiche. 

Il percorso propone un focus privilegiato sulle aree della cintura metropolitana barese, ovvero quelle aree provinciali con il maggior carico umano ed ambientale. L’area metropolitana barese infatti è oggi composta da circa 31 comuni e quasi 1 milione di abitanti stabilmente residenti sul territorio. Con circa 14.500 imprese agricole, nell’area metropolitana si concentrano la metà di quelle 30 mila registrate in tutta la Provincia. La superficie agraria impiegata è pari al 41,2% del totale provinciale, con importanti distretti legati alla produzione dell’olio d’oliva lungo l’asse Bitonto Ruvo di Puglia e Corato e dei seminativi nel distretto di Gioia del Colle. L’apporto agricolo, nonostante il tasso d’industrializzazione ed urbanizzazione sia tra i più elevati in Italia, continua a rivestire un ruolo di primo piano in termini di PIL, occupazione e gestione del territorio. In questo scenario lo stato dell’aria, dell’acqua e del suolo continua a risentire di stress ambientali molto forti, dovuti ad attività industriali e pratiche agricole ancora intensive e attività antropiche minori ma con carichi ambientali non trascurabili come costruzioni, terziario e turismo. Il modello di sviluppo sostenibile, a cui aspira l’intera area nei prossimi anni, non potrà prescindere quindi da un ripensamento complessivo di queste attività e nello specifico dal ruolo strategico dell’agricoltura. In particolare per il suo apporto nella tutela del territorio, nel presidio rurale di aree altrimenti spopolate, nell’utilizzo di forme di mobilità rurale integrate con le città, nell’ostacolo a processi di urbanizzazione squilibrati e difficilmente governabili.

Per quanto riguarda nel dettaglio le gestione dei terreni, l’agricoltura dovrà svolgere un duplice ruolo nell’area. Se per il tema del dissesto idrogeologico e la conservazione delle naturalità diffuse, come lame, gravine, corsi d’acqua e paesaggi rurali, l’agricoltura svolgerà un ruolo di primissimo piano a complemento dell’attività di pubbliche amministrazioni ed enti parchi, per la gestione del suolo agricolo invece lo sviluppo di tecniche colturali sostenibili diventerà l’unico elemento sul quale intervenire attivamente. Gli esempi a tal proposito sono tanti, dall’alterazione minima del suolo alla copertura minima dei terreni, fino alla rotazione colturale delle piantagioni. L’obiettivo oggi non è tanto immaginare nuove metodologie quanto una diffusione e promozione “replicabile” nella platea potenziale d’imprese.

Per quanto riguarda il tema della mobilità rurale e il rapporto con l’attività agricola, sarà necessaria un’attenzione rinnovata da parte delle imprese, degli urbanisti e pianificatori pubblici. Soprattutto per quanto riguarda la mobilità tra aree rurali e aree urbane. Ogni giorno nell’area barese circa 113 mila persone si spostano oltre i confini comunali. Bari è ovviamente la principale sorgente in uscita oltre che il principale attrattore di traffico. Tuttavia una fetta consistente tende a concentrarsi nelle aree rurali, dove si concentrano gli spostamenti di natura agricola e legate alle attività economiche connesse (come gli agriturismo). Inoltre non bisogna trascurare il crescente impatto dei traffici di carico e scarico delle merci verso i centri urbani e i mercati generali. In questo caso è necessario proporre strumenti e metodologie di pianificazione per le imprese agricole, metodologie che migliorino la mobilità interna ed esterna (alle aree rurali) sia sotto il profilo umano (lavoratori/turisti/clienti), che sotto il profilo delle produzioni (le merci) e delle vendite dirette (spesa in campagna).

Per tali ragioni oggi è necessaria una sensibilizzazione costante degli operatori delle imprese agricole sulle metodologie di gestione dei terreni più moderne e sugli strumenti per pianificare al meglio i propri traffici aziendali. E questo non solo per mitigare l’impatto ambientale delle stesse attività agricole, proponendo alternative già sperimentate o ancora da sperimentare sul territorio, ma facendo emergere una cultura d’impresa realmente integrata con tutto il tessuto economico e sociale dell’area. Per far questo rivolgeremo l’attenzione a responsabili di consorzi già costituiti (come ad esempio la DOP Olio d’oliva Terra di Bari), a strutture regionali di servizio, cooperative agricole, circuiti di agriturismo, organizzazioni  di produttori e reti imprenditoriali che possano svolgere un ruolo di diffusione del know how.

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